mercoledì 11 marzo 2009

Un doveroso saluto targato Toscana 2006

La partita del cuore e dell'amicizia con i cugini della Profumeria Moncini è stata ufficialmente l'ultima gara dei fratelli Oliverio. La scelta di non giocare (nonostante convocati) le partite successive è dettata forse dal un tedio che affliggeva Antonio, più che Simone, acuitosi moltissimo negli ultimi tempi per motivi extra calcistici. Lungi dall'ergersi da sede per criticare o appoggiare decisioni che fanno parte dell'interiorità e delle sensazioni personali di uno o dell'altro, merita ricordare (con una nota di velato ringraziamento) che oggi il Toscana 2006 può vantarsi di essere quello che rappresenta anche grazie allo splendido lavoro ed al sudore della fronte di un ragazzo che, fino a poco tempo fa, avrebbe dato tutto per questi colori e per questa maglia.
Ora le cose sono cambiate ed anche dai discorsi fatti nell'ultima riunione dei vertici dei golds, era difficile scorgere la stessa luce e voglia che animava all'inizio Oliverio.
I minuti passati con gli amici ed i compagni erano ingrombranti, quasi interminabili e forse anche quei saluti rubati a chi almeno il saluto lo meritava erano la testimonianza evidente di un sorriso che pian piano si stava trasformando in minaccioso ghigno.
Testa china e poche parole: questo era il suo motto, la sconsolata fine di un sodalizio che mai avremmo potuto prevedere andasse a scemare così.
Il comportamento del centrocampista, negli ultimi tempi, è stato imperdonabile: ha stizzito Presidente, mister e tifosi, anche perché, conoscendo il suo carattere a fondo, tutti sanno che, nonostante la sua timidezza, rimane un ragazzo diretto e molto corretto nelle sue esternazioni.
Sicuramente condividendo il pensiero di chi dirige insieme al sottoscritto questo blog, ho voluto solo menzionare chi ha fatto parte di un progetto che non muore, di quel passato, pieno di bei momenti e di gioie reciproche.
L'invito per chi continuerà a dirigere il Toscana 2006 è quindi, infine, quello di vedere con occhi critici questo sole che oramai è tramontato nelle tranquille acque del mare, cogliendo quello che di bello e di grandioso ha lasciato, con la speranza, mai sopita, che quel mare colmo di rancori ma anche di segreti, torni un giorno a inumidire con le sue festose acque i nostri granitici cuori.

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