venerdì 15 maggio 2009

Voti relativi alla gara contro Atletico Maracanà: l'opera d'arte di Bianchi e i dolori del giovane Romagnani

Ecco i voti relativi alla gara contro Atletico Maracanà (voto al mister 7).
VANNUCCHI 6 - Si presenta stranamente con qualche minuto di ritardo al campo della Cartaia il capitano dei golds e fa pensare al peggio. In realtà ha solo sbagliato strada: tempo in più per accumulare ansie inutili e aspettative diaboliche per una serata calda ed intensa. Il rossore ed il battito ardito del cuore per la grande velocità si placa con la notizia del forfait del Taindori all'ultima e così scema anche la concentrazione, ma non la voglia di essere protagonisti e di giocarsela fino all'ultimo per il primato. Ci sta l'errore, un po' meno il rimprovero al povero Luchetti. AGITATO
BIANCHI 7 - Essenziale come una vecchia macchina da scrivere d'epoca, nella prima frazione: rapidi passaggi, spunti interessanti e tanta corsa. Pochi tasti, ma quelli giusti. E così l'opera scaturita sembra veramente essere un capolavoro. Poi l'avvento dei moderni computer, il veloce fermento della tecnologia e le scelte consumistiche, ideologiche e tattiche costringono il difensore a rinnovarsi, ma la stanchezza e la vita sudata e sofferta lo arrugginiscono leggermente. D'EPOCA
OLIVERIO S. 6 - Una delle partite meno brillanti del difensore dei golds, che aveva abituato "male" tifosi e compagni. Tiene a bada Palmese, anche se i suoi metodi pedagogici alquanto rudimentali non fanno presa sull'attaccante avversario, che sembra conoscerne bene le caratteristiche. Soffre il gioco di sponda e gli inserimenti, ma proprio quando appare perduta la potestà genitoriale, acquisisce l'umiltà e il coraggio per correre. MURICCIOLO
OLIVERIO A. 6,5 - Il voto sarebbe sv., ma vale l'incoraggiamento. Da sottolineare l'impressione che abbia riacquistato la sicurezza dei bei tempi e gli affondi sulla fascia sono più fluidi, continui e taglienti. La speranza è che la sua lama continui a mietere terrore e fiducia. RITROVATO
NORELLI 7,5 - Oggetto di alcuni eccessivi complimenti e critiche in settimana, il ragazzo ha lavorato bene e si è messo con l'umiltà giusta al servizio dell'allenatore, che nutre nei suoi confronti (e ne ha ben donde) grandi aspettative. Il repertorio è vasto, quasi completo, ed anche se a volte ci si potrebbe chiedere il perchè di un suo parziale utilizzo, i risultati ci sono e si vedono. Conduce virgilianamente la sua squadra per l'oscuro viaggio di breve quanto lancinante durata, per le impervie ed irte curve della sconfitta (spettro per la verità mai paventato), portandola alle conoscenze di una zona tranquilla di teatrale memoria, ed infine pervenendo alla vittoria finale con un destro che regala gioia e primo posto. GUIDA
ROMAGNANI 5,5 - Superstite di un disastro di idee e di uno scontro di sensazioni, vive la gara tra quello che avrebbe dovuto fare (molto, anche in considerazione dei molti minuti giocati) e quello che ha fatto (decisamente poco). Prima della gara gli si avvicina il mentore Bianchi e gli ricorda di avere i piedi buoni e che tutti si aspettano che illumini la scena. Ma il pallido gioco dimostrato dal veterano è un insieme di punti impercettibili, di palloni mai raggiunti e di linee rette di vernice fresca smunta dal vento. Lo specchio dei ricordi del bel giocatore che era ed il gusto amaro di una personale sconfitta nella vittoria generale dovrà essere da insegnamento per il futuro. OPACO
SANTOPIETRO 6,5 - Il supporto di questa novità della seconda parte della stagione inizia a farsi sentire, nelle geometrie, nelle verticalizzazioni, ma anche e soprattutto nella determinazione e nella grinta, che sembrava mancare al gruppo. Agli sdolcinati e ripetitivi giochi di strategia sibillina da sedia o poltrona, preferisce la spada, lo scudo e la mischia. Condottiero e operaio, comandante e oplita, duro e generoso, ha conquistato in pochi giorni terreni, fama, considerazione, e quel che più a lui e a tutti conta, la fiducia dell'ambiente e dei compagni. CAVALIER SERVENTE
LUCHETTI 8 - Molti si chiedevano se questo giocatore, amante del gol e della bella vita, degli occhiolini alla telecamera ed alle fans avrebbe messo la testa a posto e si sarebbe calato nel progetto Toscana 2006. I dubbi erano tanti, il suo mondo fatto di campini il sabato pomeriggio era lontano anni luce dall'emozione del calcio vero. Sta semplicemente iniziando a dare le risposte che Parisi e amici attendevano: grazie agli insegnamenti (anche duri e cattivi) dell'allenatore, ha iniziato a giocare per ma anche per gli altri, senza scemare minimamente nell'apporto di corsa e di gol. Gli esami non finiscono mai, ma sicuramente questa è la strada giusta nel cammino della maturità caratteriale e sportiva. DIPLOMATO

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