venerdì 5 febbraio 2010

Romagnani al veleno; si scusa, ma tuona: Adesso però parlo io

Quel cartellino rosso forse proprio non se l'aspettava Romagnani, che non avrebbe mai pensato di vivere da martire il giorno dopo del derby. Un cartellino che si tinge del color fuoco del carattere di Romagnani, a tratti vicace ma sempre decisamente corretto.
Ci si attendeva il ritorno alla rete ed è arrivata l'espulsione diretta: in 15 giorni l'atleta ha toccato il cielo (3 gol mai realizzati in carriera, calcio e calcetto) ed ha raschiato il fondo (mai un'espulsione diretta su un prato verde).
Il giocatore ha deciso però di non chiudersi del tutto in stesso ma di parlare a cuore aperto e leggero della situazione personale e collettiva.
D - Buongiorno Romagnani, iniziamo analizzando la partita: come è stato questo settimo derby della storia di queste due società in gare ufficiali?
R - Buongiorno a tutti. Beh, fin quando sono rimasto in campo, ho visto un derby molto contratto, due squadre a confronto che si studiavano ed avevano paura di scoprirsi troppo. Pian piano gli avversari hanno preso fiducia, consapevolezza e le misure e si sono resi pericolosi, ma il Toscana 2006 non ha affatto demeritato.
D - A noi ha impressionato questo nuovo acquisto. Ci parli di lui e come è stato accolto dai compagni.
R - Gesmundo è un ragazzo che si è inserito benissimo nel gruppo; ha capito subito il senso e lo spirito che anima questa squadra e si è calato nella logica collettiva con buon piglio e grande personalità. Si tratta per me di un buonissimo acquisto e di un talento puro, che deva ancora maturare ma ha tempo e modo di trovare continuità di rendimento.
D - Potrebbe essere l'arma per rialzarsi?
R - Penso di sì anche se tutti i giocatori devono contribuire alla riscossa.
D - Veniamo all'espulsione: i giornali non parlano d'altro e lei è al centro di un vortice di polemiche. Ci racconti come sono andati i fatti.
R - Anzitutto vorrei scusarmi con i tifosi per il comportamento che ho tenuto: nessuno merita di essere preso in giro, ma loro sanno la passione che ho per questi colori. Ho giurato fedeltà a questa maglia e non mi tiro indietro di fronte alle prime difficoltà.
D - Infatti i tifosi bianco-oro (almeno una netta maggioranza dei supporters bianco-oro) l'hanno compresa e sostenuta con cori a suo favore e di scherno nei confronti dell'arbitro.
R - Infatti sono stupendi e penso solo a fare del mio meglio per ripagarli del loro amore e per vendicare questo spiacevole quanto isolato episodio.
D - Anche se qualche giornalista ha sottolineato che lei sarebbe, in qualche modo, recidivo (ricordiamo l'episodio delle zebre).
R - Non devo dimostrare a nessuno ciò che sono e ciò che sono diventato. Credo di essere uno dei giocatori maggiormente corretti dell'intero campionato: ho sempre chiesto scusa per ogni fallo e ho sempre preso e dato botte con grande ardore ma anche con grande lealtà. Sono il primo a dare la mano a tutti i giocatori avversari ed al direttore di gara al termine di ogni partita. Non voglio autoelogiarmi, sono cose normalissime, ma che per me hanno un valore fondamentale: fanno tutte parte di quel percorso di maturità che da calciatore e da uomo mi sono autoimposto.
D - Però ci è ricascato.
R - Forse la mia è stata una frase sbagliata, detta nel momento sbagliato.
D - Ci racconti ciò che è successo, altrimenti i lettori non comprendono.
R - Devo necessariamente fare una premessa: tutti sanno l'importanza e la delicatezza di quella che dovrebbe essere una partita come le altre ma che di fatto non lo è. La tensione era comunque alta, la partita equilibrata e i tre punti di fondamentale importanza. La rabbia e la voglia di far valere le proprie ragioni nasce da un mancato corner che anche un bambino avrebbe visto, ma che l'arbitro inspiegabilmente ha negato, e da continue botte di dubbia correttezza mai sanzionate nemmeno con un richiamo verbale. Poi il fatidico fallo laterale...
D - Mancato rispetto della distanza...
R - Non solo anch'esso non punito con il cartellino giallo (come da regolamento) ma addirittura non visto: eppure l'arbitro era a pochi metri. Cosa stesse pensando non lo so... Sta di fatto che ho perso le staffe e lì il brutto gesto.
D - Lei reputa giusta l'espulsione?
R - Beh da regolamento non fa una piega: mi mandi a quel paese, in qualsiasi modo, ti sento, vai a fare la doccia. Però credo che un regolamento, come una qualsiasi legge che c'è deve essere interpretata ed un arbitro deve essere bravo e diligente da saperlo fare.
Molte sono le attenuanti che riscontro; indubbiamente e anzitutto la partita sostanzialmente corretta fino a quel momento, senza grossi falli proteste: espellere un giocatore alla prima frase fuori posto è un tantino eccessivo (anche perchè sia in serie A che a calcetto le partite dovrebbe finire con inferiorità numeriche considerevoli). Inoltre un arbitro deve comunque tenere presente dell'importanza della sfida e del sentimento che ha animato la vigilia e la gara stessa: insomma è un derby e per giunta uno scontro salvezza: buttare fuori un giocatore per qualche parola di troppo in un clima tutt'altro che disteso...
D - Insomma lei giustificherebbe il suo comportamento...
R - Le rispondo con una metafora: rubare una caramella in un bar è un reato e un comportamento deprecabile, che genitori dovrebbero punire, ma non si può sanzionare questo gesto con due anni di galera. La proporzionalità tra il comportamento e la reazione è fondamentale... E poi... Ho visto qualcosa che non mi è tornata molto.
D - Si tratta?
R - Beh come mai l'arbitro prima di darmi il cartellino ci ha pensato qualche secondo? Se uno si sente mandare a quel paese, offeso, prende immediatamente provvedimenti...
D - Con questo che vuol dire?
R - Niente di preciso anche perchè io sono un tesserato, ma la società lo sa come la penso e come la pensano anche i miei compagni. Quest'anno non siamo tutelati come gli anni passati e questo ci fa dispiacere e crea malumori anche all'interno dello spogliatoio. Forse questo errato e smodato comportamento è la mostruosa creatura ed il materializzarsi di un sentimento di vittimismo giustificato.
D - In effetti gli episodi e gli arbitraggi in questa stagione sono nettamente a vostro sfavore. Basti pensare ad Astone nella gara contro i Lobbini.
R - Diaciamo che non siamo molto fortunati.
D - Lei ritiene che il Toscana 2006 debba muoversi per ristabilire i contatti e lo stesso peso politico di prima?
R - Non sono io il destinatario di questa domanda. Io so che in settimana il presidente si è recato nella sede MSP ed ha parlato con Palmese, mostrando tutta la sua disapprovazione per l'andamento stagionale della sua squadra ma anche dell'intera organizzazione.
D - Ed i risultati?
R - I risultati sono quelli che avete visto ieri. Forse nella vita subire e stare zitti a volte conviene di più, anche se secondo me far valere le proprie ragioni non è mai sbagliato.
D - Quindi lei si schiera con la società?
R - Io faccio parte di questo progetto da tre anni e sono fiero di essere qui; non voglio andare via e non voglio pensare ad altre destinazioni. Ho trovato compagni di gioco che sono prima di tutto amici veri fuori dal campo, con cui condivido momenti belli e brutti. Qualcuno è quasi un fratello per me. Inoltre la società, ho letto stamani, ha diramato un comunicato e colgo l'occasione per ringraziarla per avermi compreso. Ma sono conscio che l'ambiente è con me.
D - Una domanda scottante: lei sinceramente crede che ci sia un disegno per penalizzare il Toscana 2006?
R - Sorrido perchè a questa domanda sinceramente non so cosa rispondere. Vorrei sapere come mai questo accanimento contro di noi, da un giorno ad un altro: non sto parlando adesso dell'espulsione ma di un trend negatico che ci vede protagonisti nostro malgrado; però forse parlare di disegno non è completamente giusto e un tantino prematuro.
D - Un'altra domanda scottante: lei nel dopo gara ha dichiarato: Guarda caso io espulso contro la squadra dell'organizzatore Palmese; chiedete se veramente mi avrebbero cacciato se la gara fosse stata contro Crumino Island? Parole dure, di invettiva dantesca, che richiamano il disegno che lei ha negato, almeno fino ad adesso...
R - Le ripeto non credo ci sia un progetto per far fallire l'annata bianco-oro, anche se io resto convinto che se gli avversari di ieri sera (mi scuso con Crumino ma è la prima squadra che mi è venuta in mente) fossero stati diversi, me la sarei cavata con un duro, acceso faccia a faccia e richiamo verbale, in cui mi si sarebbe ammonito della espulsione nel caso in cui avessi continuato a protestare e ad offendere; magari un "29 faccio finta di non averla sentita... La prossima volta quella è la porta!" Come succede sempre nel mondo del calcio professionista e non.
D - Un'ultima cosa: coglie questa occasione per scusarsi con Palmese, forse ingiustamente chiamato in causa?
R - Le ho gentilmente risposto a tutte le domande; preferisco non rispondere a questa. La mia conferenza stampa finisce qui. Grazie a tutti.
D - Grazie a lei e buon proseguo di stagione...
R - Grazie ancora e appuntamento alla seconda partita del girone di ritorno.

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