mercoledì 2 dicembre 2009

L'altura della speranza

Una sconfitta a doppia cifra è così dura da digerire che non è escluso agiti e tormenti la notte di sonno e porti ad incubi che al loro interno nascondono tracce di speranza.
Mi è capitato di sognare, che come nella profezia Maya, la fine del mondo era vicina e che la terra sarebbe stata ricoperta di acqua. In questo sogno c'era però qualcosa che è mancato nelle ultime settimane: uno spirito combattivo. Emblematico (e non sto inventando niente!) che con me ci fosse la triade dirigenziale Romagnani-Oliverio-Bianchi. Ancor di più la voglia di salvarsi di Romagnani, che quando già avevamo l'acqua ai fianchi ci ha convinto a non abbatterci mentre già ci salutavamo tristi , e ci ha portati in alto su un'altura di cui non ricordo il nome ma che ci ha consentito di salvarci. Poi la bufera è passata, i toni sono divenuti meno acri e la vita ha ripreso il suo corso.
Anche il Toscana 2006 sta vivendo la sua fine, la sua ennesima fine. Ne ha vissute tante senza mai scomparire e non succederà nemmeno questa volta: cambia pelo il leone bianco-oro, tentenna ma non cade.
La base da cui ripartire - il gruppo - c'è ancora, ed è questo l'inizio dopo la fine. Si tratta di una pietra, tutto il resto è da porre sopra di essa. Non sappiamo ancora se sarà qualcosa di stabile e monumentale o qualcosa di traballante, ma l'importante è ereggerlo per non avere il rimpianto di non averlo fatto.
Se è vero allora che la notte porta consiglio, quello che mi sento di dare al Toscana è quello di non mollare, c'è sempre un'altura dove salire per non morire.

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